La Valsesia

E' sempre stata considerata una valle "periferica" e così volevano i suoi abitanti. Questo ha garantito un certo grado di protezione da tutti i vari trambusti storici favorendone l'autonomia e autogestione dal XI al XVII secolo. E' comunque vero anche che i Valsesiani si sentono più lombardi che piemontesi dato che godettero della protezione del Ducato di Milano dal 1400 all'inizio del 1700.

.

A questo poi si va ad aggiungere la particolarità della presenza, a partire da inizio '300 dei Walserpopolazione di lingua tedesca, che occuparono le testate delle valli, fino ad allora non popolate stanzialmente. L'arrivo delle truppe Napoleoniche segnò la fine dell'isolamento e la rottura di questo equilibrio e aprì la Valle all'evoluzione industriale che da un lato portò la Valsesia ad un rinnovamento economico ma anche allo spopolamento delle vallate laterali e all'abbandono dell'attività agro-pastorale.

.

Oggi è un territorio in evoluzione: da un lato vede una profonda tradizione industriale metalmeccanica e tessile e un ritorno alla pastorizia, e dall'altro la ricerca di un nuovo rilancio turistico.Questo è reso possibile grazie alla presenza della Sesia (uno dei pochi nomi di fiumi italiani al femminile!) che ha favorito lo sviluppo degli sport acquatici;  alle nostre verdi montagne, per trekking e la garanzia di un ambiente naturale integro; e infine al comprensorio Monterosa Ski, per gli sport invernali.

La Cultura Valsesiana

La cultura valsesiana si espande tra due filoni principali che si intrecciano senza fine: la cultura agro-pastorale e la tradizione religiosa. Dalla tradizione agro-pastorale possiamo ora fruire di una fittissima rete sentieristica e di alpeggi incastonati in queste verdi vallate da cui godere di panorami mozzafiato. Dal radicato culto religioso possiamo visitare mille e più cappelle, oratori e chiesette, ognuna con una particolarità e un richiamo al territorio e alla sua storia. Fiore all'occhiello di questo territorio è il Sacro Monte di Varallo, sito UNESCO.

Sacro Monte di Varallo

Questo monumento religioso, costruito a partire dalla fine del XV secolo per volontà del Beato Bernardino Caimi, è oggi luogo di pellegrinaggio ma anche di visite culturali. Questo perchè il percorso di cappelle e le sue statue a grandezza naturale, oltre a narrare la storia di Gesù, racchiude in sè pregevoli testimonianze artistiche, in particolare, ma non solo, di Gaudenzio Ferrari e di Tanzio da Varallo. A questo poi si aggiunge la rilevanza storica rispetto al contesto territoriale locale e non solo, tanto da essere stato preso a modello per tutti gli altri "Sacri Monti".

Musei e Siti Culturali

Oltre al Sacro Monte, numerosi sono i siti culturali che si possono visitare: la Pinacoteca di Varallo è la seconda per importanza in Piemonte; la Parete Gaudenziana, Monumento Nazionale; il Museo Parrocchiale di Campertogno; la Gipsoteca Pietro della Vedova di Alta Sermenza; la Mostra Permanente del Puncetto a Fobello; il Museo Walser di Alagna e molti altri! Ecco il link al sito dell'ATL Valsesia e Vercelli a loro dedicati.

Enogastronomia

Data la cultura agro-pastorale, la cucina valsesiana si caratterizza per semplicità e sostanziosità: regna sovrana la miaccia, croccante cialda cotta in piastre arroventate la cui pasta è a base di uova, farina e latte (o panna), servita salata con l'immancabile toma valsesiana o dolce con la marmellata. A questi non si può mancare si assaggiare un buon piatto di polenta e selvaggina o la trota, sia essa in carpione o cotta con burro e salvia. Il tutto naturalmente annaffiato dal buon vino corposo delle colline limitrofe (Gattinara, Boca, Vespolina, ecc,). Dalla tradizione piemontese poi è facile trovare i ravioli di carne e varianti recenti, la bagna cauda. Non mancano poi salumi e formaggi vaccini e anche caprini.. insomma un patrimonio che saprà soddisfare ogni palato!

Artigianato tipico

La tradizione artigianale valsesiana verte sulla sua tradizione agro-pastorale montanara: quindi principalmente troviamo oggetti utilizzati nella vita comune e negli alpeggi e nell'abbellimento dei pochi mezzi di sostentamento.  Ne sono un esempio gli "scapin" utilizzati come scarpe nel passato e oggi come "ciabatte" di casa: sono caratterizzate dal fatto che sono interamente confezionate a mano e utilizzando solamente fibre naturali (stoffa e corda). Abbiamo poi il "puncetto": un merletto unico nel suo genere che si può trovare sia nella versione colorata che bianca a decorazione (non solo) dei costumi tradizionali femminili in mille varianti. A queste si accosta la maestria nell'intaglio del legno che si può trovare applicato a strumenti e mobili. 

Rete Sentieristica

Da sempre la Valsesia con il suo Monte Rosa, la seconda vetta più alta d'Italia (4634 mt s.l.m.), ha rappresentato una tappa fontamentale per il turismo alpinistico fin dai suoi albori. Oggi la fitta rete sentieristica che collegava il fondovalle agli alpeggi è una risorsa unica per vivere escursioni immersi nella natura e respirare aria pulita. Grazie all'impegno delle comunità locali e della Sez. CAI di Varallo questo patrimonio è fruibile, di libero accesso e offre percorsi con diversi gradi di difficoltà. Una piccola curiosità:  non molti sanno che la Sezione CAI di Varallo è a terza sezione piú antica d’Italia, fondata nel 1867.